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AUTONOMIE

Insegnare a “fare da soli” per riconoscere e riconsegnare dignità umana alla persona disabile.

PREMESSA

La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (approvata dalle Nazioni Unite nell’anno 2006, ratificata e resa esecutiva dal Parlamento italiano il 3 marzo 2009 – Legge n.18) ha come finalità
– il “pieno sviluppo del potenziale umano”;
– lo sviluppo da parte della persona con disabilità della propria personalità, talenti, creatività e abilità fisiche e mentali secondo la massima potenzialità;
– porre le persone in condizioni di partecipare effettivamente alla società.

A partire da questo sguardo sulla disabilità nasce il progetto di seguito dettagliato.

L’ENTE PROMOTORE

“OFFICINA 025 – Amici della Neuropsichiatria Infantile di Gallarate”, è un’organizzazione di volontariato (ODV) che si ispira ai principi di solidarietà e sussidiarietà, apartitica, senza scopo di lucro e persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale mediante l’attuazione di iniziative di volontariato.
L’ODV ha per scopo la realizzazione di progetti di intervento a sostegno, tutela e protezione della crescita e dello sviluppo a favore di bambini, adolescenti e giovani del territorio, di età compresa tra gli 0 e i 25 anni caratterizzati da fragilità relazionale, cognitiva, neuropsichica e psicologica con bassa spinta evolutiva che presentano una difficoltà di integrazione sociale, coinvolgendo e sostenendo i rispettivi ambiti di crescita.


DEFINIZIONE E ANALISI DEL BISOGNO

Nel corso di questi anni la riflessione relativa alle esigenze delle persone con disabilità si è sempre più orientata nella direzione di individuare risposte volte all’ inclusione del soggetto nel contesto sociale di appartenenza in tutte le fasi della sua vita, dall’infanzia all’età adulta.
La concreta realizzazione di questi propositi tuttavia incontra numerosi ostacoli causati prevalentemente dalla carenza di interventi educativi indirizzati non solo alla persona disabile ma alla società nel suo complesso. Il risultato troppo spesso, non è l’inclusione bensì l’inserimento della persona disabile nel contesto senza nessun cambiamento all’interno di questo e con la creazione di due percorsi giustapposti (quello della persona disabile e quello della società) destinati a non incontrarsi mai, con effetti di emarginazione del soggetto ancora più difficili da affrontare perché silenti e non riconosciuti.
L’inclusione non è solo un affasciante ideale ma è un percorso di consapevolezza sociale concreto, pluridirezionale che coinvolge una miriade di attori diversi e deve essere collettivamente costruito.

Le problematiche inerenti l’inclusione dei soggetti con disabilità tendono ad aumentare nel percorso evolutivo. Se in età scolare la scuola costituisce un terreno potenzialmente fertile per costruire l’inclusione, con l’uscita dell’individuo dal percorso scolastico, per mancanza di alternative, si ricade in esperienze istituzionalizzanti ovvero di separazione del soggetto dal contesto sociale, in famiglia o in realtà dedicate ma lontane dalla società in cui fino a poco tempo prima aveva vissuto. L’inserimento lavorativo, soprattutto per i disabili psichici, resta un privilegio di pochi.
La mancanza di percorsi inclusivi e abilitanti post-scolastici comporta nel lungo periodo scelte obbligate istituzionalizzanti e assistenzialistiche anche rispetto al tema del Dopo di Noi, con una limitazione della libertà di scelta del soggetto, la deprivazione della società della ricchezza data dal confronto con la differenza e, non per ultimo, un’amplificazione di costi sociali.
Come colmare il gap post- scolastico e costruire inclusione anche in età adulta?
Officina 025 con il percorso Autonomie si pone l’obiettivo di rispondere a questo bisogno attraverso azioni che coinvolgano le persone disabili, le famiglie, l’equipe curante e il contesto sociale di appartenenza.
Lo sguardo alla persona nella sua complessità porta alla scelta di un approccio ecologico e sistemico che coinvolga il soggetto e il contesto di appartenenza, in coerenza con l’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che analizza lo stato di salute degli individui ponendolo in relazione al contesto – giungendo alla definizione di disabilità intesa come una condizione di salute all’interno di un ambiente sfavorevole.
Si ritiene importante sottolineare come ad affrontare il tema sia un’associazione dedicata a utenti in fascia d’età 0-25. L’idea di poter accompagnare i propri associati in un percorso abilitante che li segua dall’infanzia sino all’età adulta è un obiettivo ambizioso ma inevitabile nell’ottica di inclusione come un processo che si costruisce lungo tutto l’arco di vita dei soggetti.

LA FASE SPERIMENTALE

Una prima fase sperimentale del progetto è stata attuata nel periodo giugno – luglio 2019, ha visto il coinvolgimento di quattro partecipanti disabili psichici in età tra i 15 e i 30 anni, due giorni alla settimana dalle ore 08.30 alle ore 16.30. Sono state coinvolte le seguenti figure professionali: neuropsichiatra infantile – riferimento per il progetto; pedagogista – progettazione e supervisione del percorso; educatore professionale – realizzazione del percorso. Tre volontari hanno supportato l’educatore nello svolgimento delle attività.

Gli obiettivi generali del progetto prevedevano il consolidamento e l’incremento di conoscenze e competenze utili alla gestione delle attività quotidiane e all’attività lavorativa; lo sviluppo di un lavoro in rete con il territorio. Essi si sono poi tradotti in obiettivi specifici su cui lavorare attraverso strategie e attività dedicate (effettuazione della spesa e preparazione del pranzo; pulizia degli spazi; esplorazione del territorio e familiarizzazione con i servizi in essere; laboratorio di informatica; laboratorio di creatività).

La valutazione del progetto[1]  ha fatto emergere dati incoraggianti sia rispetto alla costruzione delle relazioni interpersonali all’interno del gruppo, che in termini di autonomie acquisite alcune delle quali “esportate” anche nel contesto familiare, che rispetto al coinvolgimento del territorio (servizi ed esercizi commerciali). 

Si è deciso così di dare continuità al progetto per l’anno 2019-2020, incrementandolo in termini di obiettivi e azioni proposte, coinvolgendo gli utenti coinvolti in fase di sperimentazione, fino a un numero massimo di dieci utenti, come di seguito verrà illustrato.

BENEFICIARI

Il tema dell’educazione all’autonomia assume un maggior risalto a partire dal periodo adolescenziale, momento in cui l’individuo sente l‘esigenza di emanciparsi dal contesto familiare e compiere scelte autonome e si avvia lo sviluppo di costruzione del sé che continuerà per tutta la vita.

Il percorso pertanto è rivolto a utenti disabili psichici a partire dai 15 anni d’età.

Nella sua prima annualità (settembre 2019 – luglio 2020), il percorso verrà rivolto a un numero massino di dieci utenti compresi quelli già coinvolti nella fase sperimentale.

OBIETTIVI GENERALI                                                        

  • Promuovere il consolidamento e lo sviluppo di autonomie personali e sociali della persona disabile in un contesto semi-protetto determinato dalla presenza di figure professionali;
  • Promuovere la consapevolezza delle capacità e dei contributi delle persone con disabilità sia nella persona stessa che nel suo contesto di vita;
  • Favorire l’inclusione sociale della persona disabile nel contesto sociale di appartenenza, migliorandone la qualità di vita e rimuovendo le cause invalidanti, ossia quei fattori esterni alla persona e quindi contestuali che possono talvolta rappresentare ostacolo a una vita autonoma e partecipe.

OBIETTIVI SPECIFICI

  • Consolidare e acquisire competenze specifiche per lo svolgimento autonomo di attività quotidiane (andare a fare la spesa, preparazione del pranzo e/o della merenda, pulizia degli ambienti, curare la propria persona, ecc.);
  • Imparare a trascorrere il tempo in comunità e a condividere gli spazi;
  • Consolidare e acquisire competenze specifiche per il potenziamento di abilità utili allo svolgimento di attività lavorative (sulla base degli interessi, inclinazioni e capacità di ciascun utente);
  • Potenziare le competenze trasversali quali organizzazione, pianificazione, problem solving, attenzione sostenuta, orientamento spazio/tempo;
  • Orientarsi sul territorio cittadino e conoscere e fruire i servizi in essere sullo stesso.
  • Costruire una rete con le realtà commerciali e i servizi sul territorio cittadino per l’accoglienza e l’inclusione della persona disabile.

STRATEGIE E STRUMENTI

La personalizzazione. Per ciascun utente che parteciperà al percorso verrà elaborato un progetto individuale, in rete con la famiglia, la scuola – se presente – e l’equipe curante, che tenga conto delle abilità, inclinazioni, interessi e difficoltà della persona.  Si ritiene infatti importante sottolineare come il lavoro sulle autonomie parta dal consolidamento e sviluppo di competenze nel soggetto, utili ad abitare il più possibile in maniera autonoma esperienze e attività del proprio contesto di vita. La gestione di attività domestiche quotidiane, la cura di sé, l’esperienza scolastica, l’attività lavorativa sono alcuni dei numerosi macro-ambiti di intervento sulle autonomie. Considerata la vastità del campo di azione, è importante che per ciascun soggetto vengano focalizzati in equipe l’area e gli obiettivi di intervento che si tradurranno in un lavoro specifico e “nel piccolo” concentrato in micro-sequenze che andranno a costruire progressivamente l’azione.

Il gruppo come risorsa. Il piccolo gruppo è considerato ai fini del percorso come un importante strumento a integrazione del progetto personalizzato per ciascun utente.

Il gruppo può costituire un contesto motivante e stimolante, all’interno del quale il soggetto costruisce relazioni positive, viene supportato e riconosciuto, dà il suo contributo e si confronta e sperimenta in un contesto protetto.

In tal senso il gruppo è al tempo stesso strumento per il lavoro e oggetto di lavoro dell’educatore che dovrà porsi come facilitatore favorendo le relazioni nel gruppo e mediando all’interno di esso.

Affinché il gruppo sia effettivamente risorsa all’interno del percorso, verrà opportunamente costruito considerando molteplici fattori tra cui età e caratteristiche dei partecipanti.      

Dare valore. La valorizzazione delle capacità del soggetto e dell’importanza del suo contributo è al tempo stesso obiettivo e strategia del progetto. È obiettivo in quanto le esperienze che vive la persona disabile molto spesso rimandano a immaginari di dipendenza, sfiducia, inutilità ed è importante favorire nuovi approcci che ne riconoscano il valore e le potenzialità. È al tempo stesso strategia in quanto sentirsi utile e apprezzato, fare qualcosa che produca un riscontro concreto nel proprio contesto di vita produce benessere, rafforza l’autostima e costituisce elemento motivante nel percorso di acquisizione di abilità e competenze. La strategia di “dare valore” si traduce nel percorso attraverso l’individuazione di attività che abbiano un’utilità riconosciuta in primo luogo dal soggetto stesso e che producano un impatto concreto e visibile sul contesto sociale; la condivisione del percorso, dei contenuti e di modalità di svolgimento delle attività con il soggetto stesso.  

Fare rete. Fare rete è strategico in quanto consente di costruire un tessuto sociale educato ad accogliere la persona con disabilità e a rispettarne e valorizzarne il contributo. La rete con la scuola e l’equipe curante, come sopra descritto, è strategica perché favorisce la personalizzazione del lavoro con il soggetto e la coerenza degli interventi effettuati. La rete con il territorio di appartenenza e i servizi è strategica per l’autonomia del soggetto. Fornire al contesto sociale gli strumenti per comprendere le specificità delle persone con disabilità è il primo passo per conoscere la differenza. La conoscenza e la creazione di occasioni di entrare in relazione con la persona disabile favoriscono il superamento di stereotipi e luoghi comuni, il riconoscersi e chiamarsi per nome, la consapevolezza della ricchezza e del contributo che queste persone possono offrire. Al tempo stesso la persona disabile trova un contesto in cui può essere attore e non spettatore, sperimentarsi, crescere. La costruzione della rete è uno dei più potenti strumenti di inclusione sociale.    

Multidisciplinarietà dell’equipe professionale. La scelta della creazione di un’equipe composta da diverse figure professionali (neuropsichiatra, pedagogista, educatore e terapista occupazionale) è motivata dalla consapevolezza della necessità di diverse azioni specifiche per il raggiungimento degli obiettivi preposti. Mentre le figura del neuropsichiatra (responsabile del progetto) e del pedagogista (progettazione e supervisione del percorso) effettueranno un lavoro di secondo livello, l’educatore e il terapista occupazionale si occuperanno del lavoro sul campo secondo le rispettive specificità in un’ottica integrata.

ATTIVITÀ PREVISTE DAL PROGETTO

ATTIVITA’ QUOTIDIANE: Le attività hanno l’obiettivo di sviluppare autonomie per lo svolgimento della vita quotidiana e in particolare negli ambiti della preparazione dei pasti, cura di sé e degli ambienti di vita. I partecipanti sperimenteranno inoltre la condivisione degli spazi nel gruppo e la vita comunitaria.

LABORATORIO INFORMATICA: Il laboratorio si propone di valorizzare e incrementare le competenze dei partecipanti nell’utilizzo del pc e coinvolgerli in un’attività di comunicazione e promozione delle attività dell’Associazione, attraverso l’elaborazione di volantini e lavoro di aggiornamento e inserimento contenuti del sito internet dell’Associazione e del blog, cura dei social network. L’idea è quella, a partire dalle inclinazioni e interessi dei partecipanti, di sviluppare conoscenze e competenze professionalizzanti.

COLLABORAZIONE CON REALTA’ DEL TERRITORIO: L’attività si propone di coinvolgere i partecipanti in un’esperienza concreta e fattiva di collaborazione e volontariato con realtà del territorio. L’idea è quella di favorire occasioni in cui l’utente possa entrare in relazione con il territorio da protagonista, effettuare esperienze positive e di impatto nel contesto sociale, sentirsi utile incrementando la propria autostima. Tale attività rientra inoltre nella logica di rete e di educazione della società al valore della differenza, obiettivi integranti di questo progetto.

ESPLORAZIONE DEL TERRITORIO: L’attività prevede lo sviluppo della conoscenza, da parte della persona disabile, del proprio contesto di vita attraverso esplorazioni guidate sul territorio cittadino alla scoperta dei servizi e delle opportunità in essere. A partire da un itinerario opportunamente progettato si favorirà l’interazione degli utenti con il territorio, dapprima guidati dall’educatore e progressivamente in modo più autonomo. Parallelamente l’attività prevede la costruzione di una rete di servizi e negozi amici sul territorio, che vengano opportunamente formati per l’accoglienza di pubblici con esigenze specifiche.

ATTIVITA’ SPORTIVE: L’attività prevede il consolidamento e il potenziamento di autonomie nella sfera della cura di sé (raggiungimento con i mezzi del luogo di svolgimento dell’attività, preparazione di borse e vestiario per l’attività, spogliatoio etc.). Obiettivo non è dunque l’attività agonistica ma l’esperienza dello sport nella sua valenza educativa.

SVOLGIMENTO COMPITI: L’attività prevede lo sviluppo di autonomie nella sfera scolastica (preparazione materiali in autonomia, consultazione del diario, metodo di studio, svolgimento delle attività progressivamente in modo autonomo). 

Unitamente alle attività rivolte agli utenti, il progetto prevede:

  • costruzione della rete a cura dell’educatore, con i diversi attori del contesto di riferimento del soggetto e con il territorio;
  • svolgimento di riunioni dell’equipe educativa di organizzazione e coordinamento sull’andamento del percorso a cadenza bisettimanale;
  • attività di formazione rivolte a eventuali volontari che verranno coinvolti nella realizzazione del percorso a supporto del personale educativo;
  • attività di formazione rivolte agli esercenti coinvolti nell’attività di “Servizi e negozi amici”.

VALUTAZIONE

Il progetto prevede valutazioni in itinere in occasione degli incontri di supervisione a cadenza bisettimanale.

Gli strumenti individuati per il monitoraggio e la valutazione del progetto sono:

  • osservazioni partecipanti attraverso schede specifiche per ciascun utente e preventivamente progettate;
  • interviste agli utenti a cadenza settimanale;
  • focus group a cadenza mensile con i genitori.

[1] Gli strumenti per la valutazione del progetto sono stati l’osservazione partecipante, il confronto con i partecipanti al termine della giornata e un momento di incontro-confronto di gruppo con i genitori al termine del progetto. Presso Officina 025 è consultabile su richiesta la relazione sull’andamento del progetto sperimentale.